MARVEL IT
presenta:
I DIFENSORI
#51
Guest-Star
(o “Questa non è una saga”
Parte 1 di 5)
In una remota
dimensione, lontanissima dalla Terra.
(In realtà c’è un
portale d’ingresso nel retrobottega di un negozio di dolci in Texas, solo che
nessuno l’ha ancora scoperto).
Nella regione
desertica di un pianeta un tempo capitale di un fiorente impero stellare, un
uomo in armatura cremisi si fa spazio tra i clienti di un mercato all’aperto.
Perché qualcuno
voglia aprire delle bancarelle in un deserto è un qualcosa che per adesso non
considereremo.
L’uomo in armatura
guarda tutti dall’alto al basso, nonostante l’altezza media della popolazioni
superi la sua di una trentina di centimetri. La testa è l’unica parte del corpo
a non essere ricoperta dall’armatura cremisi con rifiniture d’ebano, ed è quasi
interamente coperta da stoffa cremisi.
La sua pelle legnosa
e marmorea, di un grigio molto scuro, ed i suoi occhi che emanano una splendida
fiamma azzurra sono gli unici dettagli visibili.
Si avvicina
lentamente al bancone di un bar, che su questo pianeta si trovano di frequente
sulla strada per colpa di indicibili tasse sulla proprietà.
I clienti prima lo
ignorano, poi gli fanno spazio quando notano la grossa spada che porta legata
alla cintura. L’elsa è nera, e il fodero ovviamente cremisi.
-Sei lontano da
Yttr, straniero – constata l’oste. E’ dura passare inosservati quando tutti sul
tuo pianeta hanno delle fornaci al posto degli occhi.
-Sto cercando un
passaggio per il Crocevia delle Realtà più vicino. Puoi aiutarmi ?
-Dovresti sapere che
non è facile attraversare il Crocevia, straniero. Bisogna sapere esattamente
dove si sta andando per non perdersi tra le dimensioni…
-Ho una pista… -
risponde pensieroso lo straniero, fissando un’immagine che ha in mano.
Un’immagine del
Sancta Sanctorum del Dottor Strange.
I suoi occhi
fiammeggianti si stringono sulla superficie riflettente dell’immagine, che
ripone in un microscopico scompartimento dell’armatura.
-Hai uno
stuzzicadenti ?
-Credevo che gli
yttriani non avessero denti…
-Mi serve per
combattere.
-Torn delle Valli
Insanguinate !!! – urla qualcuno alle sue spalle – Sono qui per ucciderti !!!
Un nativo del luogo,
un ammasso di muscoli di quattro metri d’altezza e svariati quintali di peso,
carica verso di lui brandendo un’enorme spada ricurva.
-Sigh…
Reggendo lo
stuzzicadenti con due dita, lo straniero alza il braccio senza voltarsi. Il
filo della lama della spada si appoggia sulla punta dello stuzzicadenti.
La forza che
l’energumeno ha messo nel colpo ha alzato molta polvere. Quando si posa, i
clienti osservano a bocca aperta i le crepe che si formano ad una ad una sulla
spada, ed i cocci di metallo che cadono pesantemente a terra.
L’energumeno crolla
a terra, senza fiato e senza parole. Lo straniero si alza in piedi, e passandogli
di fianco gli appoggia lo stuzzicadenti sulla testa.
-Bel colpo.
Esercitati con questo e potresti anche imparare ad usare una spada.
In un’altra
dimensione.
Terra, Aeroporto
LaGuardia, New York.
Due donne osservano
un aereo allontanarsi, immerse nei propri pensieri. Entrambe hanno lunghi
capelli biondi, e nonostante siano vestite con abiti normali non passano certo
inosservate.
-Non capirò mai come
gli abitanti di Midgard sopportino questo fracasso infernale – rompe in
ghiaccio la donna statuaria dalle trecce bionde.
-Senza offesa, ma io
preferisco di gran lunga gli aerei ai cavalli alati – risponde l’altra donna,
mettendosi le mani in tasca ed allontanandosi dalla finestra.
-Su, non avrai
intenzione di startene lì a guardare finché non tornano ?
-L’abbandono dei
compagni d’arme mi rattrista sempre, Carol. Troppi “arrivederci” sono diventati
addii silenziosi nella mia vita. Hellcat …
-“Patsy”, Val. E’
solo una piccola vacanza… anche se non abbiamo fatto molto negli ultimi tempi.
Alzando le spalle,
-Tu perché non l’hai
seguita, Carol ? Come mortale, devi esserti stancata quanto lei.
-Per prima cosa,
Val, ai mortali non piace essere chiamati “mortali”…
-Scusa. L’abitudine.
-Secondo…dopo essere
passata attraverso l’esercito, i Vendicatori,
-Stai suggerendo che
per Patsy non sia così, Carol ?
-Non prenderla dal
lato sbagliato, Val, Patsy è come una sorella ma…ha cominciato ad essere
Hellcat per combattere la noia.
-Carol, non per
ferire il tuo ego ma Patsy ha per genero Satana ed è morta. Puoi essere stata
una donna d’azione più a lungo di lei ma…
-Ehi, anch’io sono
morta ! Anche tu sei morta ! Anche…
-Tu non sei morta.
-Questo non ha
niente a che fare col mio discorso…
-Mi fcufi – si
introduce un ragazzino sovrappeso con la faccia ricoperta di brufoli – Lei è
miff Danferf ? La fcrittrice ? Potrebbe…
Abbassando la testa,
il ragazzino porge un libro e una penna alla donna. Carol fa un largo sorriso.
-Scusa, Val, la
celebrità chiama. Vedi perché non posso lasciare la città ? Il mio pubblico
adorante. A chi devo fare la…ehi, questo non è il mio libro !!!
Infatti, la
copertina è diversa. Il titolo a lettere cubitali: TI HO FREGATA 2: NON URLARE
GRAZIE.
Il libro cambia
forma, rilasciando una serie di tentacoli che si avvolgono attorno ai polsi di
Carol. Prima che lei possa dire una parola, le manette diventano pesantissime e
cadono a terra, costringendola ad inginocchiarsi.
Energie aliene le
scorrono nelle vene, ed il potere di Miss Marvel si prepara a scatenarsi…senza
arrivare mai.
-Odio quando succede – si lamenta Carol,
ancora umana.
-Niente super-forza
oggi, occhioni – risponde il ragazzino facendo segno di “no” con la mano.
-Chi sei !? – chiede
-Non adesso,
stangona – risponde il ragazzino, con voce adulta – Sono occupato, al momento.
Il ragazzino si
avvicina a Carol, e la afferra quasi per i capelli prima che
-Dicoti no !
-Davvero non ho
voglia di restare a giocare…anche se forse potresti darmi il tuo numero di
telefono, stangona, potrei trovare un giorno libero per-
-Mani in alto ! –
ordina una delle guardie, puntando la pistola contro il ragazzino.
Il ragazzino alza le
mani, ed in un istante la sua forma cambia. Al suo posto c’è un uomo adulto in
un costume rosso e nero, armato fino ai denti, che sta sguainando due spade
giapponesi che portava sulla schiena per tutto il tempo.
-Deadpool !!! – lo
riconosce Carol, che sta cercando di sollevare i polsi dal pavimento.
-Avrei preferito
“quel gran fusto di mercenario non-mutante con i poteri di guarigione, gran
gusto nel vestire ottima mira, buona igiene dentale e notoriamente grande
amatore”, ma sì, “Deadpool” ha ancora il suo fascino, non credete anche voi ?
Il mercenario
impiega circa due secondi per dire tutta la frase, durante i quali ha disarmato
la guardia con un rapido colpo di spada.
-Wow – risponde
Deadpool incrociando le spade – Mancano giusto la panna e l’idromassaggio, e
questo è identico a un mio sogno
ricorrente !
Periferia di New
York City (qualunque cosa voglia dire).
I vigili del fuoco
stanno cercando di spegnere un incendio particolarmente tenace che sta
attaccando un condominio. Si sospetta un incendio doloso, perché ci sono
diverse testimonianze su un rumore di esplosione che si è sentito poco prima
che si vedessero le fiamme.
Una spada nera
taglia il muro come se fosse burro fuso, ed un calcio lo fa cadere a terra. Il
Cavaliere Nero entra nella stanza, usando il mantello per proteggersi dalle
fiamme. Gli è stato detto che c’è una sola persona nel palazzo…
-Nottolone !!! Kyle,
mi senti !?
“Razza di idiota”
pensa Dane Whitman sotto l’elmo, facendosi strada tra le fiamme “Continuare a
fare il super-eroe anche se è diventato cieco è un conto, ma questo è
ridicolo…il suo senso sonar non può certo fargli vedere le fiamme !!!”
Alcune travi
fiammeggianti gli cadono addosso, tagliate a metà dalla Lama d’Ebano. E’ chiaro
che il palazzo non resisterà a lungo.
-Nottolone !!!
-Sono qui, Dane.
Lasciami concentrare…
Seguendo il suono
della voce del suo compagno di squadra, il Cavaliere Nero trova quello che
stava cercando…più o meno.
In uno degli
appartamenti trova un mostro avvolto dalle fiamme, una sorta di incrocio tra un
polipo e un’aragosta con le ali. Resta senza parole in parte perché,
onestamente, in vita sua ha visto parecchi mostri ma pochi brutti come questo.
In parte perché
Nottolone è seduto per terra, in mezzo alle fiamme che gli danzano attorno, e
non sta facendo nulla.
Il mostro si è
agitato per la presenza del Cavaliere Nero, e sta sputando molto più fuoco.
-Kyle, attento !!!
Il Cavaliere Nero si
scaglia verso la bestia, tagliandogli una zampa…o tentacolo…o
non-voglio-proprio-sapere-a-cosa-serviva-quello.
Il risultato… la più
grande esplosione di fuoco che vi possiate immaginare avvolge l’intero palazzo.
-Dane, ma che cavolo
fai !? Non stava facendo niente di male !!!
-Sei impazzito ? Sta
bruciando questo palazzo ! Stava per ucciderti !
-E’ il suo modo di
parlare, razza di idiota ! La sua razza comunica emettendo un composto chimico
altamente infiammabile nella nostra atmosfera !
Il mostro si
rannicchia su se stesso, emanando più fuoco. Sta urlando.
Proteggendosi come
può dal fuoco, il Cavaliere Nero trascina Nottolone nel corridoio, contro la
sua volontà.
-Lasciami ! Devo
finire di parlargli !
-Kyle, anche se
stesse parlando, come facevi a capire… non emette un solo suono !
-Senti, non so
spiegartelo, ma riesco a vedere il suo fuoco sotto forma di suoni…
-Il caldo deve
averti dato alla testa. Il palazzo sta per crollare.
Ed ovviamente, per
quanto riguarda la seconda parte, il Cavaliere Nero ha perfettamente ragione.
Aeroporto LaGuardia,
New York.
Una piccola folla si
è radunata attorno a due figure impegnate in uno scontro furibondo. Si muovono
così rapidamente che le scintille delle spade che si scontrano quasi oscurano il
resto della lotta.
Deadpool attacca
senza sosta con le sue due spade, non dando alla Valchiria il tempo di fare
altro che parare ogni singolo colpo.
-Dove abiti ? Perché
hai una fissa per i cavalli e le armi dalla forma fallica ? Sei una bionda
naturale ? Sono vere o il metallo è anche dentro ?
-QUALCUNO MI LIBERI
O LO FACCIA TACERE !!! – urla Carol Danvers, ancora bloccata al suolo dalle
manette pesantissime. Deadpool e
Non che qualcuno
abbia intenzione di farlo, lo scontro è avvincente, e girano già le prime
scommesse.
-Che cosa vuoi ? Chi
ti manda ? – chiede
-Di che segno sei ?
Tutte le donne si depilano le gambe su Asgard ? Hai anche un perizoma da
mettere con quel bikini ? Posso comprartene uno ?
-Zitto e combatti
!!!
Una delle spade di
Deadpool si spezza a metà sotto i colpi della spada indistruttibile della
Valchiria. Carol approfitta della sua distrazione per fargli lo sgambetto, e
Deadpool cade ingloriosamente col sedere per terra.
-Credo si stia
formando un certo feeling tra noi due. Non ingelosirla – sussurra il mercenario
a Carol.
L’asgardiana è
perplessa per un istante. Poi una mano le palpa il sedere.
-Wow. Sono davvero d’acciaio come sognavo !!!
Fumante di rabbia,
-Bye bye, stangona.
Ci vediamo nei miei sogni.
La bomba cinetica
esplode, scaraventando la dea contro un muro che le crolla addosso per
l’impatto.
-Val !!! – grida
Carol, usando tutte le proprie energie per alzarsi…sollevando le manette di tre
millimetri – Come fa quest’affare a bloccare i miei…
-Siamo rimasti noi
due, occhi dolci… spero non sia quel periodo del mese perché il mio
teletrasporto è abbastanza…
Le macerie del muro
tremano, e Carol sorride.
-Ops. Questo farà
mooooooolto male – si rende conto Deadpool, subito prima che un pugno lo
scaraventi dall’altra parte del corridoio.
-Tutto bene, Carol ?
– chiede
Sopprimendo un
sorriso, Carol annuisce.
-Deadpool sta per
tenere fede alla prima parte del suo nome…hai idea di quanto sia difficile
trovare un reggipetto d’acciaio della mia misura !?
Sotto parecchie
macerie, Deadpool si porta una mano alla testa.
-Mamma, non ho
voglia di andare al riformatorio oggi…c’è una biondina con le trecce che mi
picchia sempre…
-Tu – dice con tono minaccioso
-Tu. Io. Vaselina.
-Grrr…
Qualcosa cade dalla
cintura di Deadpool…una provetta verde, che si rompe al contatto con il
pavimento.
Dentro al quale c’è
un bambino.
-Per l’unico occhio
di Odino…
Lascia quasi andare
Deadpool dallo stupore, e continua a fissare. Il bambino…cresce ad una rapidità
disumana, dimostrando dieci anni in dieci secondi. La sua pelle è avvolta in un
tessuto verdastro, molto aderente.
Ben presto è chiaro
che si tratta di una femmina. Che si sviluppa ad una velocità fenomenale sotto
gli occhi dei presenti.
A trenta secondi
dalla rottura della fiala, c’è una donna adulta in piedi davanti alla
Valchiria. E la colpisce con un pugno così forte da farle lasciare la presa.
-Serie M-2 attivata
– dice la ragazza – Meno 17 generazioni al collasso. Scappa, Deadpool.
Il mercenario non se
lo fa ripetere due volte, e si teletrasporta alle spalle di Carol Danvers.
-Tieniti forte,
occhini blu, ti fa girare la testa quasi quanto la mia personalità magnetica.
Con un’esplosione di
luce rosa, i due scompaiono dalla vista. La ragazza uscita dalla provetta si
scoglie in una poltiglia verdastra, da cui escono due neonate.
Le due bambine
crescono in pochi secondi, diventando due gemelle identiche avvolte nella
stessa tuta organica.
-Meno 16 generazioni
al collasso – dicono all’unisono, e all’unisono si sciolgono in due poltiglie
verdastre.
Da cui escono
quattro neonate.
In una galassia a
sei miliardi di anni-luce dalla Via Lattea.
Al centro di una
delle piazze del gigantesco spazioporto che copre metà emisfero, un uomo sta
intrattenendo da ore la folla.
Migliaia di
senzienti si sono avvicinati per vedere questo stranissimo essere con due
gambe, due braccia e la testa in fiamme.
-Ed è stato allora –
racconta – Che ho guardato Galactus dritto negli occhi e gli ho detto…”Prova un
po’ a ripeterlo !”
La folla reagisce
con un gigantesco, corale “Ooohh”.
-Allora mi si
avvicina il potente Thor ! Conoscete Thor ? No ? E’ un mostro gigantesco…più
grande del vostro sole ! E brandiva Mjolnir, l’arma con cui macina i pianeti da
dare in pasto a Galactus ! E mi dice, “Prima dovrai sconfiggere me, Firelord !”
E io gli faccio, “Stai parlando con me ? No dico, stai parlando con me ? Perché
non vedo nessun altro Firelord qui…” E lui mi dice…ehi, fate attenzione !
La folla si è
infatti distratta, ed il mare di alieni si sposta per fare spazio ad un morto.
Un giovane alieno è a terra, con un grosso buco al posto del corpo.
Dal cadavere si
solleva una nebbia rossa, che poi si lancia contro un altro alieno che
brandisce una pistola. La nebbia si concentra sulla sua mano, e scompare
incidendo un simbolo sulla sua carne.
-Ha ! Ce l’ho fatta
!!! Ce l’ho fatta !!! Ho sconfitto l’ultimo discendente…ed ho il Sigillo !
-Tu – dice Firelord, atterrando davanti
all’alieno – Non ho visto il ragazzo commettere alcun crimine. Perché lo hai
ucciso ?
-Stammi lontano,
mostro ! Ora che ho il Sigillo, non posso perdere !
L’alieno punta
l’arma alla testa di Firelord, e l’azione. L’unico risultato è che la sua mano
viene disintegrata senza che Firelord si sia mosso.
-Mai sparare a
bruciapelo contro un essere di energia cosmica – suggerisce Firelord, che non
fa troppo caso alla nebbia rossa sollevata dai resti del braccio dell’alieno.
La nebbia si concentra sulla fronte dell’ex araldo di Galactus, ed incide un
simbolo.
-Cos’è…l’energia
cosmica ? – chiede l’alieno, mentre la sua mano ricresce.
-Questo – risponde
Firelord, appoggiandogli una mano sul petto.
L’alieno viene vaporizzato
all’istante.
Firelord si porta la
mano alla fronte, toccando il simbolo che vi è appena stato inciso.
-Cos’è questo ?
Aeroporto LaGuardia,
New York.
Con un unico sforzo,
Da cui escono 64
neonate, che invecchiano di un anno al secondo finché non dimostrano una
trentina d’anni.
-Meno 11 generazioni
al collasso – dicono tutte assieme le 64 gemelle appena nate.
-Non so quale magia
vi abbia generate – risponde
L’esercito femminile
carica contro di lei, e
A terra una dopo
l’altra, le donne si sciolgono ancora. 128 guerriere adulte sono pronte in meno
di mezzo minuto.
-Meno 10 generazioni
al collasso – dicono, gettandosi nella mischia. Sono così tante da non poter
attaccare tutte assieme, ed il risultato è una montagna umana sotto cui viene
sepolta
Le donne si
sciolgono. Le neonate crescono. Un’altra armata è già pronta, ed occupa ogni
spazio libero della stanza.
-Meno 9 generazioni
al…
-Ora basta !
Qualunque mostruosità siate, è chiaro che non siete realmente vive… quindi non
avrò rimorsi nel fermarvi !
Brandendo la sua
spada,
-Alfine…la
vittoria…eh ?
Altre neonate si
stanno alzando dalla poltiglia verde sparsa su tutto il pavimento.
Ma neanche
Inizia a stancarsi
di questa battaglia insensata. Le donne nascono una sopra all’altra, così tante
e così rapidamente da non poter più restare tutte in piedi.
-Meno 6 generazioni
al collasso – dicono insieme 2048 donne, una marea umana che investe in pieno
Periferia di New
York City (più o meno).
I vigili del fuoco
osservano stupiti l’immenso rogo che si spegne da solo. Sono convinti di aver
visto una delle cose più incredibili della loro vita, quando due uomini escono
volando dall’edificio portandosi dietro una scia di fumo molto denso.
Grazie al jetpack di
Nottolone, due super-eroi atterrano sul tetto di un palazzo vicino.
Il Cavaliere Nero
tossisce per liberarsi i polmoni, prima di venire raggiunto dal gancio destro
di Nottolone.
-Razza di impulsivo
! Adesso non sapremo mai da dove è venuto e cosa voleva !
-Ti avevo detto di aspettare il mio arrivo. Non
c’è niente di male nell’aver bisogno di aiuto – risponde rabbioso il Cavaliere
Nero…frenando i pugni. Nottolone è pur sempre cieco.
-Per quanto ne
sappiamo, potresti aver appena scatenato una guerra interstellare…o
quell’affare poteva scoppiare una volta morto !
-Ho dovuto agire sul
momento… forse non ne era cosciente, ma se non fossi intervenuto quella
fiammata ti avrebbe senz’altro incenerito.
-Quale fiammata ?
-Visto ? Non ti sei
ancora abituato ai tuoi nuovi sensi. Ho avuto anch’io problemi fisici
soprannaturali, Kyle, so benissimo quanto sia frustrante e…
Dane Withman si
ferma, osservando incuriosito la leggera nebbia rossa che si dirige verso di
lui e si posa sul suo guanto destro, quello che impugna la spada, prima di
svanire.
-Che c’è ? Che
succede ? – chiede Nottolone.
Il Cavaliere Nero
rimette la spada nel fodero, si toglie il guanto ed ispeziona il simbolo che è
appena stato inciso sulla sua carne.
-Cos’è questo ?
Aeroporto LaGuardia,
New York.
Gli aspiranti
viaggiatori ed il personale scappano dall’aeroporto, ormai ricoperto da cima a
fondo da una poltiglia verdastra.
Da qualunque angolo
abbastanza grande da contenere una persona, una marea incontrollabile di donne
furiose che si spingono tra loro per raggiungere
Per chi riesca a
tenere il conto, sono
-Meno 3 generazioni
al collasso.
Nella confusione,
una di loro riesce a sottrarle la sua spada. Si ribella, rabbiosa per la totale
inutilità dello scontro e la sensazione di soffocamento del peso di migliaia di
corpi che si spingono contro di lei.
Tutte le donne
esplodono allo stesso tempo, silenziosamente, riempiendo l’intero aeroporto di
ancora più poltiglia verdastra.
-Meno 2 generazioni
al collasso – è il loro messaggio collettivo, quando sono così tante che
nemmeno l’intero aeroporto basta più a contenerle.
In un urlo dettato
dall’esasperazione più totale,
In piedi
nell’aeroporto deserto,
-Doveste anche
diventare…più di tutti i troll e i giganti di tutti e nove i mondi…
-Ultima generazione
prima del collasso – tuona una voce collettiva, che quasi copre l’urlo di
battaglia della Valchiria.
La battaglia è
troppo rapida, troppo feroce, troppo sanguinosa per essere descritta. E’ una
battaglia come mai se ne sono viste su Midgard.
Ma è uno scontro
completamente privo di senso. Decine di migliaia di donne si sciolgono in
poltiglia verde, che per la prima volta fa qualcosa di diverso di riprodursi
continuamente: evapora.
Coperta dai pochi
stracci che erano il suo costume, in mezzo all’aeroporto devastato dai colpi
della sua spada,
-Carol… - è quello
che dice, ed è il suo unico pensiero mentre ripone la spada nell’elsa per
tornare alla sua forma mortale.
Carol Danvers
finisce di vomitare la colazione prima di accorgersi di non essere più
ammanettata.
-Odio odio odio odio
ODIO il teletrasporto – chiarisce pulendosi la bocca – Dove mi hai portata,
Deadpool ? Cosa vuoi da me ? Deadpool ?
Solo il silenzio le
risponde. Poi, il rumore di una goccia che cade.
Si guarda intorno,
cercando di capire dove si trovi…non capendolo. Sembra una fabbrica, ma non c’è
nessuno ed i macchinari che non riconosce sono fermi.
Le gocce continuano
a cadere. Una volta capito da dove provengono, si incammina verso di loro.
C’è una chiazza di
liquido davanti a lei, formata dalle gocce che cadono da una crepa sul
soffitto.
Gocce di una
poltiglia verdastra. Da cui si forma una piccola mano.
Nonostante si
consideri, con tutte le ragioni di questo mondo, una donna dai nervi d’acciaio,
Carol Danvers urla.
La mano appartiene a
un neonato, avvolto in una tuta aderente verdastra. Cresce rapidamente,
raggiungendo i dieci anni in dieci secondi.
Carol indietreggia,
guardandosi intorno per cercare qualche arma per difendersi…non trovando
niente. Quando guarda ancora la forma di vita, è un’adolescente di colore sui
dodici anni. Cresce fino all’età adulta sotto i suoi occhi, sorridendo.
-Buongiorno, miss
Danvers. Mi scuso per i modi bruschi del mercenario… non ha idea di quanto sia
difficile trovare buona manodopera al giorno d’oggi.
-Meglio crearsela da
soli, eh ?
-Lei è intelligente
come speravo, signorina. Io sono
Durante il discorso
della Direttrice, Carol cerca un’altra volta di trasformarsi in Miss
Marvel…senza risultati. L’energia è ancora lì, ma non le obbedisce.
-Sono prigioniera ?
– chiede.
-Spero vorrà
pensarla diversamente.
-Anche tu la
penserai diversamente quando ti avrò spaccato la faccia…
-Su, su, che
maniere…dobbiamo ancora conoscerci bene. Benvenuta alla Fabbrica di Carne,
signorina Danvers.
CONTINUA
Nel prossimo numero: Parte 2, “Niente cloni,
forse”
Note
E’ difficile trovare
qualcosa da dire, trovandosi alle spalle uno dei più lunghi cicli di storie di
Marvel IT a cura dello stesso autore. Per la prima volta da cinque (!) anni
Difensori cambia scrittore…e poco altro. Chi non ci ha detto addio negli ultimi
numeri tornerà a tempo debito, Hellcat compresa.
Ora potrei
dilungarmi su cosa definisce i Difensori e sul perché leggerli… ma se avete
letto cinquanta numeri non vi serve (o comunque non sarebbe quello il vostro
problema); se invece questo è il vostro primo numero a parte un “grazie” e un “leggete
i vecchi numeri”, tutto quello che resta da dire è “risparmiate del tempo e non
leggete le Note, hanno meno senso di tutta la storia”.
Non mi resta allora
che ringraziare Fabio “leggete Dottor Strange” Volino per cinquanta storie e l’incoraggiamento
a non lasciar cadere nel vuoto la serie, Carlo “chi me l’ha fatto fare” Monni
per la supervisione, nonché Eriugena per avermi concesso l’uso di Firelord (che
leggerete su Nova prima del prossimo millennio) e Deadpool (che forse leggerete
da qualche parte in qualche forma).
Excelsior !